SULL'ISPIRAZIONE 1 / ON INSPIRATION 1


IT - Quale che sia la natura di ciò che viene comunemente definito ispirazione, all’interno dello spettro delle esperienze umane, è ancora oggetto di dibattito filosofico e scientifico. Nell’esperienza individuale spesso coincide con il desiderio di imitare l’opera di coloro che ci hanno preceduto e per qualche motivo hanno lasciato una traccia nella nostra memoria. Ad un certo punto è necessario emanciparsi dal modello di riferimento se non si vuole rimanere arenati nell'imitazione. Un nuovo linguaggio originale si forma all’interno di una tradizione.


Con questo articolo dò inizio ad un ciclo di brevi scritti in cui verranno illustrati degli esercizi pratici derivati dalla psicologia cognitivo-comportamentale, dalla musicoterapia e dell'arteterapia che pratico da venticinque anni, tutti orientati a stimolare la creatività individuale. Questi esempi servono a mostrare come fare uso di questa facoltà al fine di produrre opere di creatività. In particolare verrà trattata la musica anche se questi semplici esercizi possono essere utilizzati in qualunque altro campo dell’espressione artistica. 


Per cominciare desidero soffermarmi su cosa significhi per me l’ispirazione e come attraverso la sua metamorfosi sia arrivato a un rapporto sincero e diretto con la mia creatività, al punto da sviluppare delle strategie per poterla utilizzare al meglio. Da quanto affermato finora potrebbe sembrare che ispirazione e creatività siano sinonimi, ebbene non lo sono. Diremo invece che in questo contesto sono da considerarsi complementari: mentre la creatività è quell’insieme di atti pratici e manuali atti a realizzare un’idea, tra i quali è compresa certamente una tecnica, l’ispirazione è la capacità di concepire questa idea nitidamente, tanto che la sua attuazione ne risulta facilitata quanto più l’oggetto mentale è compiuto. Si tratta di un’abilità quasi visionaria che in psicologia della forma – gestalt – viene definita insight. Mentre in alcuni soggetti è naturalmente presente in altri può sembrare assente, ma in entrambi i casi può essere coltivata con la pratica e la disciplina.


Nel mio caso col passare degli anni la natura dell'ispirazione, dapprima colorata di un’aura quasi mistica e metafisica, è per me divenuta più chiara e accessibile. E pur tuttavia la sua origine resta ammantata di un certo mistero, la sua fonte ignota sebbene rintracciabile nelle realtà delle cose quotidiane. Soprattutto il flusso delle idee nel momento in cui si arrivano - è questo il termine più adatto - elude ogni possibilità di controllo: inutile mettersi a tavolino cercando di trovarne, altrettanto infruttuoso provare a suonare nella speranza che qualcosa di buono esca nel corso di un’improvvisazione. Invece le probabilità aumentano se sto facendo qualche attività che non ha nulla a che vedere con la musica, come ad esempio quando sto camminando, mentre contemplo un paesaggio oppure sto guardando un film.


Allora può accadere che improvvisamente un’idea musicale mi colpisca e, prima che il suono sia svanito e me ne dimentichi, prendo una nota vocale cantando nel registratore del telefono. Queste idee appaiono in forma di frammenti sonori, sono generalmente molto semplici e nitide, pure e autosufficienti, non idiomatiche, stilisticamente emancipate dai generi da me frequentati e proprio per questo così attraenti nella loro essenzialità. Questo processo può durare qualche minuto oppure a volte la melodia si fissa ossessivamente e va avanti per ore o giorni. Per quanto possano sembrare elementari o banali non mi soffermo sulla loro bontà né’ su un giudizio estetico affrettato. Una volta che le idee melodiche sono fissate me ne dimentico, passati alcuni giorni o qualche settimana le riascolto: questo mi darà la misura del loro valore. Se qualcuno tra i frammenti selezionati è ancora interessante potrà essere lavorato ulteriormente ed eventualmente divenire un brano.


EN - Whatever the nature of what is commonly known as inspiration, within the spectrum of human experience, is still the subject of philosophical and scientific debate. In individual experience this coincides with the desire to imitate the work of those who preceded us and for some reason left a trace in our memory. Eventually some kind of emancipation from the model is achieved if we don’t want to be stuck in mere imitation. A new original language is crafted and set within a tradition.
 

With this article I open a cycle of short writings about practical exercises derived from cognitive-behavioral psychology, music therapy and art therapy that I have been practicing for twenty-five years. Examples will be illustrated, aimed at stimulating personal creativity. These will serve to show how to make use of this faculty in order to produce works of art. Going specific, the main subject here is how music is treated but this practice can be extended to any other fields of artistic expression.

 

I would like to start focusing on what inspiration means to me and how through its metamorphosis I arrived at a sincere and direct relationship with my creativity, to the point of developing strategies that enable me to use it to the fullest. It might seem that inspiration and creativity are synonymous here but they are not. We will say instead that in this context they are considered complementary: while creativity is meant as a set of practical and manual behaviors that includes technique as well and whose aim is the actual realization of an idea, inspiration is the ability to conceive the idea neatly enough that its implementation is facilitated the clearer the mental object is. It is quite a visionary ability that in the psychology of form - gestalt - is defined as insight, while in some individuals is naturally present in others it seems lacking, but in both cases it can be cultivated and disciplined.

 

In my case over the years, the nature of inspiration, at first colored with an almost mystical and metaphysical aura, has become clearer and more accessible. However, its origin remains cloaked in a certain mystery and its source is unknown, although traceable in the reality of everyday things. Above all, when the flow of ideas arrives to me - this the fittest term – it defies any possibility of control: it is useless to sit down trying to find inspiration on command, just as much fruitless to try to play an improvisation in hope that something good will come. Instead, the odds increase when I'm doing some activity that has nothing to share with music, such as walking, contemplating a landscape, or while watching a movie.

 

It may happen that suddenly a musical idea strikes my imagination. Before the sound has faded I take a voice and I sing the melody using the mobile recorder. These ideas appear in the form of sound fragments, they are generally simple and distinct, pure and self-sufficient, not idiomatic, emancipated from the genres I usually frequent and for this very reason quite attractive in their naked essentiality. This process can happen within a few minutes, sometimes the melody obsessively settles in and goes on for hours or even days. For how elementary or banal they might seem, I do not dwell on a hasty aesthetic judgment. Once the melodic idea is fixed on the recorder I forget it. When a few days or weeks have passed by I listen to it again: this test will give me the real measure of their value. If I still find any interest in one of the selected fragments, this can be reworked and eventually become a composition.


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