CONTEMPORARY RAGA #07: UDAYA


Dopo una lunga pausa dall'uscita del Raga Vela, la mia ultima registrazione nella serie Contemporary Raga, ho deciso di lavorare a una versione in studio del primo Raga Udaya, che avevo precedentemente filmato sulla spiaggia di Goa Cina a Balikambang, durante la mia ricerca in musicoterapia presso l'Università di Malang. Potete vedere il video qui.


Ho sempre conservato in un angolo della mente l'idea di produrre - presto o tardi - una registrazione in studio dello stesso brano che avesse un maggior controllo e una compiutezza formale che in qualche modo mancano alla prima versione, essendo questa più focalizzata sull'ambiente e sull'aspetto artistico.
Questo raga prende il nome dal sanscrito udaya che significa alba. Nella pratica quotidiana, infatti, andrebbe collocato nelle prime ore intorno all'alba, oppure al tramonto, come rito di apertura / chiusura della giornata. Il modo che ho usato in questa composizione è il Lidio, con il suo carattere brillante e nostalgico è il mio preferito tra tutte le modalità. Il Lidio è perfetto per rendere l’atmosfera delicatamente mistica del momento della giornata, sigillando in sé il potenziale infinito delle cose a venire anche i ricordi dei giorni andati. Dopo una lunga riflessione ho deciso di aprire questo brano con un arpeggio di chitarra acustica che ben rappresenta il concetto che chiamo engramma tonale, riferito a una cellula o un pattern melodico che potrebbe andare avanti autonomamente all’infinito. Il sassofono contralto sviluppa l’improvvisazione iniziale su questa base muovendosi poi attraverso una delicata modulazione tonale per rompere la monotonia e poi ritornare sullo stesso. Dopo l'assolo viene introdotta una tanpura campionata a sostenere l’esposizione della melodia, sempre ad opera del contralto doppiato da una seconda voce a mo’ di canone, creando così l'atmosfera per l'arrivo ed il tramonto del sole. In chiusura, una breve coda vede il ritorno dell’arpeggio a contrassegnare la conclusione del brano, stavolta nel modo Ionio.


Sebbene questi siano i momenti più brevi della giornata, sono anche i più gravidi di sogni e speranze per l’individuo che sappia fermarsi un attimo dalla sue attività per contemplare il sole come un riflesso della natura in continua evoluzione e, in definitiva, di noi stessi. All'alba i bambini si incontrano sulle spiagge del mondo per salutare il nuovo giorno, al tramonto per dare la buonanotte al sole che va a dormire. A ciascuna di queste circonvoluzioni abbiamo la possibilità di osservare la varietà di colori e la gamma di sensazioni che porta con sé. Non c’è alba o crepuscolo uguale all’altro. Questo è ciò che intendo con l'espressione mai uguale, sempre lo stesso.


Sono molto contento del risultato e considero questa composizione la migliore in questa collezione. Credo che rappresenti bene l'idea delle infinite sfumature e possibilità che ogni nuovo giorno ci offre. Spero vi rechi riposo e sogni meravigliosi.





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