IL SUONO DELL'ANIMA

 Di Emanuele Bhagadavaita Cinelli

Aristide Quintiliano: Essa è utile ai fanciulli per le bontà provenienti dalla melodia, agli adolescenti in quanto trasmette le bellezze della dizione metrica e semplicemente del discorso nel complesso, agli uomini maturi poiché espone la natura dei numeri e la varietà delle proporzioni e svela le armonie nascenti tramite questi in tutti i corpi. Ma cosa importantissima, perfetta e relativa a ciò che per tutti gli uomini è difficile da comprendere, la musica è capace di fornire i rapporti numerici dell’anima, quella individuale e quella dell’universo. 

Da questa testimonianza di Aristide (De musica II, 14) apprendiamo come, secondo Damone, il potere della musica fosse esercitato da una sorta di mimetismo: imitando i suoni propri di un’attività umana e dei sentimenti in cui si svolge, ogni armonia provoca nell’anima un movimento corrispondente proprio secondo questo principio di somiglianza, sulla cui base anche Platone fonderà il suo ragionamento riguardante l’ethos musicale. In sintesi, Damone individua un’analogia tra il movimento dei suoni e il movimento dell’anima, considerando quest’ultimo come un effetto del movimento musicale. L’anima del musicista, nel momento in cui vibra, produce un movimento musicale che, propagandosi, penetra nell’animo umano mettendolo in movimento. La musica, dunque, riuscirebbe così a mettere in contatto due anime, facendole vibrare in modo identico, ponendosi come una sorta di legame tra gli uomini

La sua teoria esercitò una profonda influenza sul pensiero musicale dei secoli successivi: gli aspetti etici della musica, infatti, costituirono un assunto fondamentale in tutta la teorizzazione musicale posteriore, proprio per la loro portata impressionante che va dall’influenza sul comportamento, sul carattere e sui sentimenti, fino agli effetti più pervasivi e potenti nella cura del corpo e dell’anima. 

Boezio: Anche chi non sia stato introdotto allo studio della musica come scienza avverte nei suoni una loro presenza non fuggitiva, una loro capacità di organizzarsi in linee logiche, di proporsi, di sovrapporsi e di allearsi con un nostro stato emotivo e per la quale riscopriamo una nostra musica interiore. 

Kircher: Il numero armonico prima di tutto eccita l’aere intrinseco e gli impone i moti armonici; poi agisce  sulla fantasia; questa, sollecitata, eccita gli umori; gli umori vaporosi, misti allo spirito ossia aere intrinseco,  inclinano infine l’uomo verso ciò stesso che li ha provocati: e questa è la cagione per cui l’armonia muove le passioni. 

Dopo tanti studi in campo musicale ; ad ampio spettro, ho deciso di partire da qui, dal mondo greco antico, dove la musica era considerata  una scienza eletta,  dalla quale traevano spunto e riflessione per ogni altra materia di studio. Come afferma Damone le proprietà catalizzanti ed inclusive della musica sono un ottimo esempio di come vivere i rapporti umani di collettività e quelli interpersonali, di come vivere lo spazio che ci circonda. 

John Coltrane: Tutto quello che un musicista può fare è essere vicino alle fonti della natura, e sentire così che è in comunione con le sue leggi. 

Aristide Quintiliano: Soltanto la suddetta musica si estende, come a dire, per ogni materia e si diffonde in ogni tempo, arricchendo l’anima con le bellezze dell’armonia e strutturando il corpo con ritmi convenienti. 

Oggi questi poteri della musica sono appannaggio degli enti speculativi ed il suo potere , a loro noto, ha creato una società schizofrenica, passiva e dormiente.

John Coltrane: Voglio essere un forza del bene. In altre parole so che esistono forze del male, forze che arrecano sofferenza agli altri e miseria al mondo, ma io voglio essere una forza opposta. Io voglio essere la forza con la quale fare veramente del bene. 

Il nostro scopo è quello di trovare un metodo che ci riporti all'uso corretto e vantaggioso, non speculativo, di questa arte-scienza , mirato a risanare una collettività monopolizzata che opprime l'individualità  a favore degli stereotipi sempre più ambigui e privi di personalità.

John Coltrane: Ho vissuto per molto tempo nell'oscurità perché mi accontentavo di suonare quello che ci si aspettava da me, senza cercare di aggiungerci qualcosa di mio. 

L'ascolto passivo continuamente sollecitato da musiche di sottofondo e da suoni urbani sempre più rumorosi sono la prima causa di  disturbi, sempre più frequenti,  legati alle cefalee, disattenzione, mancanza di memoria e contrazioni muscolari. 

Questo continuo stato di confusione, in un continuo stimolamento dei sensi, provoca livelli più o mene gravi di depressione e svogliatezza, rendendo ogni individuo un facile bersaglio al quale indurre false esigenze e per estrarne risorse economiche. 

Alcune discipline olistiche curative come il NADA YOGA e i RĀGA CHIKITSA da secoli studiano i possibili benefici del suono nella cura di pazienti di vario livelli, dai semplici disturbi, come dicevamo prima, legati allo stress alla terapia del dolore per malati in stato terminale.

Queste pratiche sono spesso  rigeneranti e risolutive nei casi più lievi, in casi gravi il loro supporto si limita ad alleviare le fasi più acute.

Insegnamento nāda : Non vi è canzone o musica (gīta) senza suono (nāda), non vi sono note musicali (swara) senza suono, non vi è danza (nrtta) senza suono, dunque il mondo intero è costituito di suono. 

Damone : gli aspetti etici della musica, infatti, costituirono un assunto fondamentale in tutta la teorizzazione musicale posteriore, proprio per la loro portata impressionante che va dall’influenza sul comportamento, sul carattere e sui sentimenti, fino agli effetti più pervasivi e potenti nella cura del corpo e dell’anima. 

In tante altre culture si possono riscontrare i benefici della pratica musicale, ma non in tutte, anche se di alto livello, non si sono riscontrati metodi scientifici o studi approfonditi, pensiamo alle pratiche sciamaniche tramandate oralmente. 

Gli obbiettivi che desideriamo raggiungere, senza decantare esoterismi o rivelazioni impressionanti,    sono legati alla consapevolezza che  tutto ciò che ci circonda è suono, anche noi stessi. e  i corpi rigidi. Anche i colori e l'aria che respiriamo sono suono, questa peculiarità del suono è quello che ci lega a questo mondo e che ci ha spinto ad imitarlo, con la musica, per poi riuscire e riprodurlo per comunicare ciò che le parole non possono razionalizzare. 

Kandinsky: Mi sembrava che l'anima viva dei colori emettesse un richiamo musicale, quando l'inflessibile volontà del pennello strappava loro una parte di vita. 

Comprese le potenzialità del suono si passa alla gestione di esso. 

Boezio invita quindi allo studio razionale della musica, dei rapporti numerici che la costituiscono, pur riconoscendo implicitamente che essa vive una propria metafisica esistenza, fuori da ogni arido vincolo aritmetico. 

Secondo le nostre informazioni la maggior parte dei musicisti di oggi suona in maniera inconsapevole (cioè non comprende i benefici della sua attività), contratta , alla ricerca di un virtuosismo estremo e oppresso dall'ansia di prestazione. 

La nostra pratica si basa su una serie di esercizi distensivi al fine di portare il musicista in uno stato di elasticità psico fisica , sciogliendo tutte quelle tensioni accumulate durante la giornata. 

Contemplare lo strumento, prendersene cura, conoscerlo nelle sue componenti organiche aiuta la concentrazione e rende più fluidi i movimenti del corpo. 

Suonare melodie semplici  è una buona pratica meditativa, brani popolari con poche note dalla struttura circolare, come dei mantra, ripetuti fino al proprio compiacimento. 

Durante questi esercizi è importate ascoltare  la propria respirazione, spesso ci dimentichiamo di respirare o comunque non lo facciamo in maniera fluida . Una buona respirazione aiuta i nostri sensi ad interagire con le nostre volontà. 

Praticare questi primi esercizi per poche decine di minuti di al giorno ci possono aiutare a migliorare la qualità delle nostre azione, ciò che nel tempo ha perso interesse è il frutto di una pratica schizofrenica che si carica di aspettative indotte e che ci allontana dai benefici che ne potremmo trarre.

Damone : l’anima del musicista, nel momento in cui vibra, produce un movimento musicale che, propagandosi, penetra nell’animo umano mettendolo in movimento. La musica, dunque, riuscirebbe così a mettere in contatto due anime, facendole vibrare in modo identico, ponendosi come una sorta di legame tra gli uomini .

Gli argomenti qui menzionati sono stati trattati in maniera esemplificata, l'approfondimento di queste pratiche va affrontato in più riprese, i livelli di comprensione sono molteplici e la loro comprensione non è uguale ad ogni individuo, sono necessari vari incontri divulgativi per stabilire una reale connessione .

John Coltrane: Non c'è mai fine. Ci sono sempre dei suoni nuovi da immaginare, nuovi sentimenti da sperimentare.


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